Il Barolo: la storia
La storia del Barolo si racconta attraverso le vigne che hanno reso note le Langhe nel mondo. Oggi avrà una nuova protagonista: la vigna storica Gustava (menzione geografica aggiuntiva ufficiale della denominazione Barolo).
In questo vigneto di quasi 4 ettari, parte del Patrimonio Unesco e su cui al tramonto si proietta l’ombra del Castello di Grinzane Cavour, sono state prodotte e raccolte le uve di nebbiolo da Barolo per vinificare le 15 barrique da collezione che saranno protagoniste di ‘Barolo en primeur 2021’, un evento benefico promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, in collaborazione con la Fondazione CRC Donare e con il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani.
Un progetto enologico che ha l’ambizione di diventare un modello innovativo di promozione e valorizzazione del territorio.
Quando pensiamo a un grande vino rosso, potente e corposo, adatto ad un lungo invecchiamento, inevitabilmente il pensiero va al Barolo.
All’inizio dell’Ottocento l’arrivo in Piemonte di una giovane nobildonna francese, Giulia Vittorina Colbert, andata in sposa al marchese Carlo Tancredi Falletti, proprietario di vastissime tenute, segnò in pratica la nascita di questo vino.
Erano gli anni in cui il giovane conte di Grinzane, Camillo Cavour, abbandonata la reggia di Torino si dedicava anima e corpo alla modernizzazione e alla razionalizzazione dell’agricoltura delle sue tenute.
Cavour non amava i vini rossi e dolci che venivano dalle Langhe.
Decise di piantare nuovi vigneti di Pinot noir e risistemare quelli di Nebbiolo per fare un rosso di stile francese, e chiamò per questo dalla Francia l’enotecnico Oudart.
La denominazione di origine controllata del Barolo è arrivata nel 1966 e da allora un lento ma inarrestabile progresso ha segnato un epoca di rinascita.
Il riconoscimento della Docg nel 1980 ha segnato l’inizio di un decennio straordinario per questo vino, costellato di grandi annate e dalla sua affermazione sul mercato.
Il Barolo è un vino rosso molto corposo ed adatto ad un lungo invecchiamento superiore anche ai vent’anni nelle migliori annate, sempre che le bottiglie vengano conservate coricate, in cantine buie, sufficientemente umide e con una temperatura costante non superiore ai quindici gradi.
E’ bene soprattutto in presenza di Barolo invecchiati, porre in verticale la bottiglia per tempo e stapparla almeno un paio d’ore prima di servirla.
Il Barolo va bevuto ad una temperatura di circa diciotto gradi in ampi bicchieri a tulipano e abbinato a carni rosse in umido e brasate, cacciagione, selvaggina da pelo e formaggi stagionati non piccanti a pasta dura.
Il progetto al Castello di Grinzane
Ciascuna barrique, ancora in affinamento, è associata a un progetto no-profit nel campo della salute, della ricerca, delle arti e della cultura, dell’inclusione sociale e della salvaguardia del patrimonio culturale progetti che saranno descritti durante la conferenza stampa del 14 ottobre 2021 al Castello di Grinzane Cavour, a cui sarà possibile partecipare in presenza e live streaming.
Il 30 ottobre prossimo, pertanto, chi farà l’offerta più generosa a sostegno di questi progetti no-profit (base d’asta di 30.000 euro) diventerà proprietario/titolare della relativa barrique abbinata, ancora in affinamento, da cui saranno poi ottenute circa 300 bottiglie di Barolo Gustava 2020 numerate e “vestite” da un’etichetta creata in esclusiva da Giuseppe Penone, protagonista dell’Arte povera e tra gli scultori più importanti e riconosciuti a livello mondiale. Le bottiglie saranno consegnate dopo il periodo obbligatorio di affinamento, a partire da gennaio 2024.
In questo progetto è coinvolto il Laboratorio ENOSIS Meraviglia di Donato Lanati, al quale è stato affidato l’incarico di guidare l’intero percorso tecnico, dalla maturazione delle uve alla vinificazione e al successivo affinamento. E’ stato inoltre istituito un Comitato Scientifico di Indirizzo presieduto da Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani, con la partecipazione di Vincenzo Gerbi, professore emerito dell’Università di Torino, e di Vladimiro Rambaldi, amministratore unico dell’Agenzia di Pollenzo S.p.A, e la collaborazione della ricercatrice Anna Schneider del Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante.
Il progetto, così ideato, si è posto l’intento di valorizzare la complessità degli elementi che compongono il vigneto storico Gustava. La conseguenza di questa eterogeneità è che le 15 barrique di “Barolo en primeur” hanno ognuna caratteristiche uniche e diverse dalle altre. Nella vigna, suddivisa in quattro macro particelle in funzione dell’altitudine e dell’esposizione, sono stati adottati due differenti criteri per la raccolta delle uve: la distinzione tra i ceppi storici impiantati oltre 50 anni fa e quelli più giovani, e quella tra le microzone interne, dovuta al differente dialogo delle radici delle viti con i microorganismi, i microelementi e le sostanze organiche presenti nelle diverse porzioni di terreno. Vinificare in maniera separata queste uve, decisione frutto dell’esperienza di Donato Lanati, ha permesso così di ottenere barrique dotate, ognuna, di una sua ‘personalità’.
Ormai è tutto pronto, quindi, per questa grande gara di beneficenza, sotto forma di asta, nella scenografica location del Castello di Grinzane, realizzata in collaborazione con Christie’s e in collegamento simultaneo da New York, ove sarà presente Antonio Galloni, il critico enologico di fama mondiale e CEO di Vinous che ha coniato un NFT (Non Fungible Tokens), certificato di autenticità digitale garantito tramite blockchain e annesso a ogni barrique. A battere l’asta sarà Cristiano De Lorenzo, direttore di Christie’s Italia.
Questo evento di beneficenza – che avrà come Madrina Evelina Christillin, Presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino ed ex presidente dell’ENIT, Agenzia Nazionale del Turismo – sarà condotto e moderato da Valeria Ciardiello, giornalista Sky impegnata da anni in confronti tematici legati al tema della Corporate Social Responsability.