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Gli americani non sanno fare il caffè, ma ne bevono più degli italiani: perché?

Di cosa parla questo articolo

Caffè espresso vs caffè americano: una faida senza tregua per gli italiani che rinnegano a gran voce i caffè lunghi all’americana affermando quanto poco abbiamo a che fare con la tradizione del chicco d’oro nero.

Perché, allora, nonostante gli americani non sanno fare il caffè, ne bevono più di noi italiani? Scopriamolo.

La cultura del caffè

La cultura del caffè ha origini antiche e affonda le sue radici in diverse parti del mondo. Tuttavia, la sua diffusione e l’evoluzione della bevanda come la conosciamo oggi sono legate principalmente all’Asia e all’Africa.

Si ritiene che il caffè abbia avuto origine in Etiopia, dove cresce la pianta del caffè arabica. Secondo una leggenda, un pastore etiope di nome Kaldi notò che le sue capre diventavano particolarmente vivaci dopo aver mangiato i frutti rossi di una certa pianta. Decise di provare questi frutti anche lui, e presto sperimentò l’effetto stimolante che avrebbe poi portato alla scoperta del caffè.

Dall’Etiopia, la coltivazione e il consumo di caffè si diffusero nella penisola arabica, in particolare in Yemen. Qui furono sviluppate le prime tecniche di tostatura e preparazione del caffè come bevanda. Nel mondo arabo, i caffè venivano coltivati, tostati e consumati in forma di una bevanda simile a quella che beviamo oggi.

Con il passare dei secoli, il caffè ha iniziato a diffondersi in Europa attraverso il mondo islamico. Venezia fu una delle prime città europee ad adottare il caffè, grazie ai contatti commerciali con gli Stati musulmani. Il primo caffè d’Europa fu aperto a Venezia nel 1645. Da lì, la sua popolarità si diffuse rapidamente in tutta Europa.

La bevanda divenne presto parte integrante della cultura sociale e intellettuale europea, dando origine a caffè e caffetterie come luoghi di incontro per artisti, scrittori, filosofi e intellettuali. Con il passare del tempo, la cultura del caffè si è evoluta ulteriormente, diffondendosi in tutto il mondo e assumendo forme e tradizioni diverse in diverse culture.

Oggi, la bevanda è un elemento fondamentale della vita quotidiana per molte persone in tutto il mondo, con caffetterie che fungono da luoghi di socializzazione e di relax. La cultura del caffè è diventata una parte essenziale della vita sociale e culturale in molte comunità.

Oltre l’espresso: tutti i tipi di caffè

Espresso, decaffeinato, in vetro, corto, lungo, macchiato, schiumato, corretto, irlandese, americano, macchiato e chi più ne ha più ne metta. Le tipologie di caffè sono infinite esattamente come le relative miscele generalmente suddivise tra Arabica e Robusta che, a loro volta, possono presentare numerose differenze, tra cui:

Origine

Arabica: viene coltivato a quote più elevate, generalmente tra i 600 e i 2000 metri sopra il livello del mare, in climi più freschi e con terreni più ricchi di humus. È più diffuso in America Latina, Africa orientale e centrale, e Asia.

Robusta: si adatta a climi più caldi e cresce a quote inferiori, solitamente tra i 200 e i 800 metri sopra il livello del mare. Si trova prevalentemente in Africa occidentale, Vietnam, Indonesia e Brasile.

Sapore e aroma

Arabica: ha un sapore più dolce, con toni fruttati, floreali e acidità più equilibrata. L’aroma può variare da fruttato a leggermente speziato.

Robusta: ha un sapore più amaro, più forte e terroso, con una nota di nocciola e un gusto più pronunciato di cereali. L’aroma tende a essere più forte e meno complesso rispetto all’Arabica.

Contenuto di caffeina

Arabica: contiene meno caffeina rispetto al Robusta, solitamente circa il 1-1,5%.

Robusta: ha un contenuto di caffeina significativamente più alto, che può variare dal 2 al 2,5%.

Corpo e consistenza

Arabica: ha un corpo più leggero e una consistenza più delicata in bocca.

Robusta: ha un corpo più pieno e una consistenza più viscosa, a volte descritta come “burrosa” o “rotonda”.

Resistenza alle malattie e al clima

Arabica: è più sensibile alle malattie e ai cambiamenti climatici, richiedendo cure più attente.

Robusta: è più resistente alle malattie e può sopportare condizioni climatiche più estreme, rendendolo più facile da coltivare e meno costoso da produrre.

Il culto del caffè in Italia

L’Italia ha una lunga tradizione nella produzione e nel consumo di caffè. Le prime caffetterie pare siano nate a Venezia nel 17° secolo e da allora il caffè è diventato parte della vita sociale italiana.

Gli italiani sono esigenti riguardo alla qualità del caffè. La tradizione italiana è legata soprattutto all’espresso, che è un tipo di caffè concentrato e intenso. Le numerose varianti di caffè, come il macchiato, il cappuccino e il caffè corretto, riflettono l’attenzione prestata alla varietà e alla preparazione.

Bere caffè in Italia non è solo una questione di soddisfare una necessità di caffeina, ma anche un momento di socializzazione. Le caffetterie sono luoghi di incontro, dove le persone si riuniscono per chiacchierare, discutere, leggere o semplicemente rilassarsi.

Ecco perché gli americani bevono più caffè

La cultura del consumo di caffè negli Stati Uniti è stata storicamente influenzata da diversi fattori, inclusi aspetti sociali, culturali e pratici. Uno dei motivi principali per cui gli americani bevono così tanto caffè può essere attribuito al modo in cui il caffè è preparato e servito negli Stati Uniti.

Negli Stati Uniti, il caffè è spesso preparato in una versione più diluita e più lunga rispetto all’espresso tipico italiano. Il cosiddetto “caffè americano” è preparato aggiungendo acqua calda, che lo rende una bevanda più grande e meno concentrata. Questo stile di preparazione offre la possibilità di consumarlo più lentamente durante la giornata e, paradossalmente, assimilando più caffeina.

Insomma, nonostante la bontà e il carattere dell’espresso, miei cari italiani, nessuno assume più caffeina di chi beve regolarmente il caffè americano.

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