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Moscow Mule: la vodka che beviamo non è russa

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Di cosa parla questo articolo
vodka ucraina
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Moltissimi barman, in tutto il mondo, dopo l’inizio della guerra in Ucraina, hanno modificato il nome del Moscow Mule in Kyiv Mule, per onorare la città assediata da Putin e dimostrare disdegno contro la guerra.

Ma di russo il Moscow Mule ha solo il nome, ma non la vodka (anche quest’ultima bandita da moltissimi ristoratori e barman sempre per protestare contro l’assedio).

Guardiamo allora da vicino cosa c’è davvero di “russo” in questi cocktail.

Moscow Mule: la storia

moscow mule
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La sua origine è americana: a creare il drink fu la coppia John G. Martin e Jack Morgan, gestore del Cock’n Bull di Hollywood.

I due avevano un problema simile: smistare il primo la sua vodka, il secondo il suo ginger beer.

È così che, nel 1941, i due realizzarono che un cocktail a base di questi ingredienti sarebbe potuto piacere alla clientela e sarebbe potuto essere un ottimo modo per promuovere quei prodotti (non tanto amati in purezza).

La Smirnoff negli Usa, effettivamente, non ebbe mai successo finché i diritti di distribuzioni non vennero venduti alla company di Martin, il quale con grande capacità riuscì a far passare una bevanda “zarista” per una sorta di “whisky bianco”, un distillato con “nessun odore, nessun sapore”. Perfetto come base alcolica neutra per i drink, insomma.

Una vera operazione di marketing che diede i suoi frutti e rese diffusa la vodka e celebre il Moscow Mule.

Tradizionalmente questo cocktail va bevuto in una tazza di rame: forse perché il rame si raffredda velocemente, forse anche qui il caso ha voluto che la tazza fosse una operazione di marketing.

Similmente a quanto accade oggi, durante la Seconda guerra mondiale il Moscow Mule venne disprezzato, ritornò di moda in seguito, con alcune varianti.

Come per tantissimi cocktail, anche per questa bevanda sono nate ricette parallele e bevande ispirate all’originale, come il London Mule, nel quale la vodka non c’è, ma c’è invece il gin.

Insieme al Moscow Mule cambiano anche i nomi di atre bevande: la Caipiroska diventa Caipi Island, così come i cocktail White Russian e Black Russian diventano White Ukrainian e Black Ukrainian.

Anche per il Russian l’origine non è russa. È invece europea: il cocktail nasce nel 1949 grazie al barman Gustave Tops che all’epoca lavorava nell’hotel Metropole di Bruxelles, luogo che ospitò l’ambasciatrice americana Pearl Mesta in Lussemburgo.

Fu quindi per un’americana che nacque questo drink. La ricetta prevede 5 cl di vodka e 2 di liquore al caffè, messi in un old fashioned colmo di cubetti di ghiaccio.

La versione bianca deriva dall’aggiunta di panna liquida. Quando nel 1998 le sale cinematografiche proiettarono il film di successo “Il grande Lebowski”, questo drink ebbe l’apice della sua popolarità moderna.

Venendo alla Caipiroska, va detto che nasce su imitazione della famosa Caipirinha di origini brasiliane.

È sostanzialmente la variante con la vodka, diffusa anche in Brasile.

La Caipiroska prevede vodka, mezzo lime, zucchero di canna, ghiaccio (non tritato), zucchero di canna bianco.

Moscow Mule ricetta ed ingredienti

E’ un cocktail di circa 220 calorie composto dai seguenti ingredienti

  • 4,5 cl di vodka
  • 12 cl di ginger beer (un soft drink contenente zenzero)
  • 0,5 cl di succo di lime (o di cedro, non previsto nella ricetta originale, ma altamente consigliato)
  • niente cetriolo!

Spremete 1 lime e filtrate il succo. Poi tagliate 1/2 lime a metà e mettetelo nel bicchiere colmo di ghiaccio.

Versate la vodka, la ginger beer, quindi guarnite con una fetta di lime. Se volete potete aggiungere un pezzetto di zenzero.

Al posto del succo di lime, provate con succo di cedro e avrete un Moscow da favola in stile calabrese.

Se non riuscite a recuperare la ginger beer, sostituite con ginger ale e 1-2 cm di zenzero tritato-grattugiato al momento.

La storia della vodka a base del Moscow Mule

L’Est, tanto la Polonia quanto la Russia, sono i luoghi natii di questa bevanda.

La parola vodka nelle lingue slave significa “acqua”, e il significato è quello di acquavite, cioè distillato trasparente.

Nel 1520 in Polonia erano attive circa sessanta distillerie.

In Europa questo distillato iniziò a farsi conoscere con Napoleone Bonaparte, ma fu dopo la Rivoluzione russa (1917) che le nazioni europee lo conobbero davvero, grazie agli emigranti russi. Oggi la vodka è prodotta su scala mondiale.

Il Moscow Mule: la vodka probabilmente non è russa

Ma i Moscow Mule bevuti sinora hanno vodka davvero russa?

Moltissime marche vendute nell’occidente non sono prodotte in Russia, quindi boicottarle non serve a danneggiare lo stato russo, ma solo le aziende e l’immagine della Russia in toto (compreso il popolo).

Ad esempio, Stoli Vodka è fatta in Lettonia e gli uffici sono in Lussemburgo. Smirnoff, russo solo di origine, è un brand storico, ma prodotto ormai in Illinois. Secondo il Distilled Spirits Council poi, la Francia (con Grey Goose, Cîroc, Gallant e MontBlanc ) rappresenta quasi il 40% del valore totale delle esportazioni di vodka.

Anche la Svezia produce vodka (Absolut e DQ). Insomma, di russo la vodka ha oggi solo esclusivamente il nome e l’origine storica.

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