In via Matteotti, a San Giorgio a Cremano, c’è un profumo che avvolge la strada e ti fa voltare appena sfori l’angolo e comincia la strada.
È quello del pane caldo, delle pizze appena uscite dal forno, dei taralli al pepe che fanno venire l’acquolina in bocca solo a guardarli.
È il profumo di Pane mio, un panificio che ha ridato dignità al concetto stesso di forno di quartiere.
Il forno che ci voleva dicono i clienti
Una cliente, mentre usciva con una sporta colma di bontà, mi ha detto una frase che riassume perfettamente lo spirito del posto: «Ci voleva proprio un forno decente in via Matteotti. Prima restavamo sempre un po’ delusi». Oggi invece compra ogni giorno pizze e pane fresco, e non potrebbe fare a meno della parigina, che il figlio adora.
E ha ragione. Perché da Pane mio non si vende solo pane: si ritrova un senso di comunità, di artigianalità, di amore per il mestiere che si stava un po’ perdendo.
Dalla montagna al forno: la provola arriva ogni giorno
Il segreto di certi profumi parte da lontano. L’ho scoperto parlando con il signor Amatruda, fornitore di fiducia da Agerola, che ogni mattina consegna provola e fior di latte freschi.
Conosce Daniela, che oggi sta al banco, da più di vent’anni: «Quello che ci lega è fiducia, rispetto per la materia prima e per i clienti», mi racconta.
E quando i latticini arrivano ancora freddi di montagna e finiscono subito nelle pizze, il risultato si sente: qualità autentica, gusto pieno, sapore vero.
Una storia che profuma di generazioni
Il panificio è aperto a San Giorgio da un anno e mezzo, ma la sua storia inizia molto prima. La famiglia veniva da Ercolano, dove avevano il forno su via Benedetto Cozzolino fino a quattro anni fa.
Oggi il testimone è passato a Francesco, figlio di Daniela, che lavora instancabilmente nel laboratorio insieme a Ciro, che da circa otto mesi fa parte dello staff.
Daniela e Francesco hanno realizzato un sogno: riaprire il panificio di una volta, quello vero.
Pane, pizze e fritture: la qualità come scelta quotidiana
Da Pane mio ogni giorno si producono pane bianco, integrale, alla curcuma, pancetta, noci, grano saraceno, farro e pane misto. Poi ci sono le pizze: la margherita e la marinara, fragranti, genuine, cotte a puntino. Ma non solo.
Nel bancone, sempre pieno, trovi anche fritture fatte a regola d’arte: arancini, crocchè di patate, timballi di pasta.
Tutto preparato con attenzione, partendo da farine tipo 0 e tipo 1 con cereali del Molino Magri.
Ogni giorno si impastano oltre 100 kg di farina, a dimostrazione che la passione qui non si misura in parole, ma in sacchi di lavoro quotidiano.
Più di un panificio
Pane mio è anche un piccolo emporio del gusto. Trovi pasta di Gragnano, latte, biscotti alla amarena (i classici quaresimali), e soprattutto il vero tarallo napoletano: sugna, pepe e mandorle, come comanda la tradizione.
E se cerchi qualcosa in più, c’è anche il servizio per catering ed eventi. Perché un buon panificio, oggi, è quello che sa restare fedele alle sue radici, ma sa anche evolversi per accontentare sempre il cliente.
Ed è proprio questo il mantra che ho sentito ripetere da tutti: «Il cliente deve essere sempre accontentato».
In bocca al lupo, Pane mio
Ho assaggiato le fritture, la pizza fritta, i panini napoletani. E posso dirlo senza esitazione: Pane mio è un forno che merita una visita, e una seconda, e una terza.
Perché quando c’è qualità, cortesia e passione, allora sì, è proprio il caso di fare i complimenti.
In bocca al lupo a tutta la squadra di Pane mio, a Francesco e Ciro nel laboratorio, a Daniela al banco, e a tutti quelli che ogni giorno portano avanti il lavoro con le mani nella farina e il cuore nel pane. Ci rivedremo molto spesso