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Qui si sfiora l’Etna con “4 Spighe”, la Tenuta Scilio è l’agriturismo del 1800 paradisiaco tra piscina, cantina super moderna e palmento

Giovanni Scilio Luisa Scilio Elisabeth Ellis
Di cosa parla questo articolo

E’ un’azienda agrituristica dove puoi ammirare non solo il bosco tutto intorno ma anche il fertile vigneto che “ti bussa” alla finestra delle camere dell’Hotel “4 Spighe” e il favoloso Etna con tutte le sue eccitazioni e “perturbazioni”. La “Tenuta di Valle Galfina – Scilio” o più rapidamente “Tenuta Scilio” ha l’impulso di farti quasi sfiorare il vulcano più alto d’Europa, per quella vicinanza fisica sul versante nord a Linguaglossa ma anche vicinanza viscerale, con cui l’intera famiglia Scilio è cresciuta e vuole potenziarsi. Già durante le festività pasquali (periodo in cui siamo tornati sui luoghi), si respirava l’odore penetrante della vigna e dei mandorli in fiore, in un ambiente che ti dona pace e ti veicola una tempra paradisiaca che però ti scuote interiormente, come i vini prodotti dall’azienda. Dieci etichette superbe e certificate in biologico (più un olio), che si possono degustare in parte durante gli eventi organizzati direttamente nella proprietà ottocentesca (per la precisione del 1815) e in parte portare a casa, dopo le visite guidate tra le due cantine (l’originale del 1800 e quella di nuova costruzione) e l’ex palmento. Per il 2025, notizia forte per noi, si progettano le bolle Blanc de Noir, ovvero da Nerello Mascalese. Mentre per la tendenza sul mercato che accelera sempre di più verso i bianchi, si vuole incrementare l’Etna Bianco con una riconversione su 40mila ceppi nei 13 ettari vitati.

Corte Tenuta Scilio
Corte Tenuta Scilio

Il nucleo familiare si abbarbica ad una storia di cinque generazioni che sono dedite alla coltivazione delle uve e alla realizzazione dei loro gioielli etnei e da quasi un ventennio (dal 2005) si occupa di una eccellente ricettività “bucolica”, non solo turistica ma enogastronomica con la doppia scrupolosità delle “4 Spighe”. Questa classificazione “alla francese” per i B&B di lusso è subentrata negli anni con la ristrutturazione dell’antico casale ed equivale a “camere di comfort eccellente, con bagno privato, in dimore storiche o in un contesto privilegiato e dove spesso si trovano servizi supplementari”. Confermiamo il calore delle otto camere, tutte in legno, sullo stile baita di montagna, su tre livelli: due nell’arioso piano giardino, tre sopra la leggendaria corte e ulteriori tre stanze al di sopra dell’ampia sala ristorante ad archi di legno. Giovanni Scilio, il presidente della società, è l’ingegnere elettrotecnico, laureatosi tra Catania e Roma che “fu anche un boy scout” (mi dice) e conobbe a Malta la donna che diventò poi sua moglie Elizabeth Ann Ellis, durante un gemellaggio del Lions Club di Malta e di quello di Taormina, di cui fu socio fondatore.

Cantina interrata Scilio interno
Cantina interrata Scilio interno

Il loro matrimonio ha generato i tre figli Salvatore, Marco e Luisa: i primi due ingegneri, di cui il secondo elettronico in Germania; Salvatore e Luisa sono coloro che gestiscono principalmente l’impresa, che è stata avviata negli anni Ottanta, grazie a Giovanni e consorte. In passato, questa realtà ha sempre creato e venduto vino sfuso da vitigni autoctoni: Rosso da Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, Bianco da Carricante e Catarratto. L’esperto tecnico Giovanni ha dato vita alla prima cantina interrata sull’Etna all’inizio del Duemila, rivestita di pietra lavica all’esterno, assicurando una tecnica di innovazione, per affinare e conservare i vini in un posto che rimane al di sotto del livello stradale di ben sette metri e dove la temperatura non subisce sbalzi nell’arco dell’anno. Il patron ha intrecciato la sua professionalità nel ramo delle energie rinnovabili ed architettura bioclimatica all’affetto per il suo hinterland. I suoi “pargoli”, manager di se stessi, stanno intervenendo fattivamente per ottimizzare la filiera produttiva, con la distribuzione a tappeto in Italia ed all’Estero.

Vigneti Scilio con piscina sullo sfondo
Vigneti Scilio con piscina sullo sfondo

Sotto il profilo dell’ospitalità alberghiera, perché non farsi un tuffo in piscina in mezzo ai vigneti? L’agriturismo può sfoggiare una piscina che costeggia i filari e che, dal 2010, è supportata dai pannelli solari per il suo riscaldamento: è di utilizzo riservato ai clienti dell’hotel. Come d’inverno, c’è l’opportunità di fruire del caminetto nella sala da pranzo. Per il tour nella tenuta, si deve certamente prenotare durante l’anno con la possibilità di allestire eventi sempre e degustazioni preferenzialmente più frequenti tra la primavera e l’estate e nei fine settimana. A destare molta curiosità è la cantina originale del 1815, fatta interamente in pietra lavica su un masso lavico, dove si conservano i silos in acciaio e dove si esegue la Vinificazione naturale con sistemi altamente tecnologici (un tempo affidata alla forza dell’uomo), nello stesso edificio si eleva l’ex palmento con i suoi vecchi locali che ospitano ancora la pigiatura delle uve, oltre alla diraspatura e spremitura soffice. I Disciplinari e le severe normative igienico – sanitarie dettano i criteri di trasformazione delle uve caratterizzando gli aromi e i sapori e rispettando le fasi dell’Etna Doc, della sua superficie e delle varie gradazioni di alcol e colore. Procedendo da queste strutture, si arriva alla sala di imbottigliamento dove la famiglia Scilio “sforna” 35mila pezzi l’anno, imbottiglia anche per conto terzi ed ordina solo tappi in sughero classici da medio – lungo invecchiamento.

La propria storia di sostenibilità ambientale, sociale ed economica è mescolata dal 2009 a quella dell’enologo trentino che vive in Toscana, Giampaolo Chiettini. Oltre ai vini a brand vulcanico, ci sono anche il Nero d’Avola Talìa ed un olio Disio da olive di Nocellara Etna.

Cantina originale Scilio del
Cantina originale Scilio del 1815

Tutti gli Etna Doc appartengono alla Linea “Valle Galfina” che utilizza vigne giovani di 15-20 anni e in purezza sia bianco che rosato che rosso. Il 2023 è un’annata disastrosa con appena quattro  barriques di 900 litri. Niente Rosato.

Mandorlo in fiore con vigneti Scilio alle spalle
Mandorlo in fiore con vigneti Scilio alle spalle

Da Merlot a Carricante ci sono piante da dieci anni di vita. Nerello Mascalese presenta ceppi di oltre 40-50 anni e altre della stessa varietà di cinque. Si ottengono mescolanze di uve, mai di età diversa. Si usano tecniche antiche che hanno segnato dal medioevo fino ad oggi per dare sostanze  azotate al terreno. La manovra più naturale è affidata ad un gregge di pecore, a cui l’accesso viene permesso grazie alla sua azione fertilizzante. Il pastore a sua volta consegna un formaggio di straordinaria fattura alla cucina dell’hotel. Gli appezzamenti contengono anche alberi da frutto per uso confetture e consumo di clienti quali arance amare, ciliegie, gelsi sia bianchi che rossi e fichi.

Sala da pranzo Scilio con archi di legno e botte primo piano
Sala da pranzo Scilio con archi di legno e botte primo piano

“Orpheus” è il vino rosso di punta con 10mila bottiglie l’anno, decisamente corposo e tannico, ricavato dalle vigne vecchie cioè da 50 anni in su (per questo molto incisivo) e dalle migliori raccolte manuali delle nuove. Macerato in almeno 10 giorni e fermentato senza lieviti aggiunti, un intero anno in barriques per la maggioranza usate ed almeno 2 anni in bottiglia, 14% di alcol.

Macco con brindisi fatto con Etna Bianco e Rosato DOC Valle Galfina
Macco con brindisi fatto con Etna Bianco e Rosato DOC Valle Galfina

Nella nostra degustazione festiva, abbiamo vissuto un menù curato dalla lady chef Carmela Di Bella che guida la cucina da oltre 20 anni. La tradizione montana ha fatto da padrona con l’apertura del Macco con le fave, associato al “Valle Galfina Etna Bianco Doc” 2023, Carricante in purezza, un vino giallo paglierino, con riflessi verdolini, odore delicato e fruttato e dal sapore fresco, armonico e molto persistente e “Valle Galfina Etna Rosato Doc” 2022, da uve Nerello Mascalese, dal colore brillante, con una buona struttura ed armonia, al naso fruttato, intenso, delicato.

Antipasto Scilio con Etna Rosso Doc
Antipasto Scilio con Etna Rosso Doc

Con un Antipasto misto di frittatina di rape, parmigiana, ricotta fresca e un pepato fresco, arancino di salsiccia e broccoli è stato associato l’”Etna Rosso Doc Valle Galfina” 2019, con una certa eleganza nel sorso vellutato impresso dal Nerello Mascalese e dal Nerello Mantellato. Nota di merito per il super pepato che viene offerto da un produttore di zona ovvero lo stesso che porta il gregge al pascolo nei terreni Scilio.

Pasta col ragù dei Nebrodi e vin cotto con Etna Rosso Doc dal
Pasta col ragù dei Nebrodi e vin cotto con Etna Rosso Doc dal

Per il Primo Piatto, si tratta di pennette al ragù di suino etneo con vin cotto di tradizione Scilio, sentore dolciastro. Dal vin cotto al vino con spiccata ossatura il passo è breve quindi è toccato al “Valle Galfina Etna Rosso dal 1815” del 2016, le cui vigne hanno 65 anni ed è una referenza di Nerello Mascalese e un po’ di Nerello Cappuccio, dal colore brillante, odore fine ed intenso che si intensifica e diventa persistente al gusto con rotondità, equilibrio e piacevolezza dei tannini e gradazione alcolica 13,5% vol.. Solitamente, gli accompagnatori ideali sono carni rosse, arrosti, selvaggina e formaggi stagionati.

Grigliata di carne con Orpheus
Grigliata di carne con Orpheus

Secondo Piatto con grigliata di carne di agnello, coniglio, salsiccia e polpetta di manzo in foglia di limone, con vino “Orpheus Etna Doc” 2015 gradazione 14% vol. (brillantezza nel colore, complessità nei profumi tra la frutta e le spezie, con note di ciliegie sotto spirito e al palato grasso e lungo; sta molto bene con carni rosse e formaggi di media e lunga stagionatura).

Torta al cioccolato con bottiglia Sikelios
Torta al cioccolato con bottiglia Sikelios

Sul finire dessert torta al cioccolato con panna e fragola, accompagnata dal passito rosso IGT “Sikelios” 2021, gradazione 15% vol, che fa un anno in botte piccola e acciaio. Oltre ad essere di tipo dolce da dessert è anche da meditazione ed è unico perché estratto da uve a bacca rossa, appassite al sole per 30 giorni, secondo un’antica ricetta. Si evidenzia per la sua aromaticità ed intensità, con sentori di spezie, liquirizia e miele di timo; al palato è vellutato e armonico, dotato  di forte persistenza. Il suo accostamento si proietta sulla pasticceria tipica siciliana a base di frutta secca, ricotta e cioccolato e anche sui formaggi piccanti.

Non possiamo dimenticare “Alta Quota”, una specie di Riserva degli Scilio, con un Nerello Mascalese in purezza e vigneto di 100 anni, dove si esaltano acidità e freschezza e di cui si producono 1000 bottiglie. Mostra colore rosso rubino con riflessi granati, al naso complesso, intenso, con note balsamiche e speziate; dal sapore secco, robusto, raffinato.

Esterno Cantina interrata Scilio
Esterno Cantina interrata Scilio

Una curiosità: nella produzione degli Scilio, non si adottano botti per più di due anni. Le piccole botti sono costruzioni francesi modello bordolese 225 litri e tonneau da 500 litri. Le piccole per gli Etna Rossi, il Vino Passito viene sottoposto a un secondo passaggio in botte già esausta. Altri Etna come quello Dal 1815 Rossi posseggono Nerello Mascalese al 90% e Cappuccio 10%, Etna bianchi 80% Carricante e 20% Catarratto. Questi ultimi con blend di uvaggi da 40 anni in su.

Una puntatina paradisiaca dagli Scilio, in Contrada Valle Galfina, va segnata in agenda.

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