In occasione di “The SanPellegrino Table” i piatti firmati da Nino Ferreri incontrano gli impasti creativi di Gargano, in un gioco di equilibri e contrasti esaltato dai vini etnei della Cantina Serafica
Nella nuovissima pizzeria di Gioacchino Gargano, si è celebrata l’amicizia attraverso un percorso degustazione che fonde fine dining e lievitati d’autore. Da “Saccharum”, ad Altavilla Milicia, in occasione di The SanPellegrino Table, il format che celebra la convivialità e l’eccellenza gastronomica si è tenuta una cena davvero speciale.
Una collaborazione d’autore che ha visto protagonisti due chef profondamente legati non solo da una visione comune della cucina ma anche da un affetto di vecchia data, reale e radicato: Gioacchino Gargano, anima di Saccharum, pizzeria pluripremiata che negli ultimi anni ha collezionato riconoscimenti prestigiosi – dai Tre Spicchi del Gambero Rosso al premio Ricerca e Innovazione della Guida Pizzerie d’Italia, passando per la 38ª posizione nella classifica 50 Top Pizza Italia, l’85° posto nella 50 Top Pizza World, fino al premio Pizza e Mediterraneo 2024 di Identità Golose – e Nino Ferreri, chef del ristorante Limu di Bagheria, insignito di una stella Michelin.
Entrambi originari dello stesso territorio, i due cuochi hanno condiviso parte della loro formazione professionale – tra cucine, sacrifici e sogni – prima di intraprendere strade diverse che oggi, forti della loro maturità gastronomica e della loro amicizia sincera, si sono intrecciate in un percorso inedito: un dialogo tra alta cucina e arte bianca, dove il lievitato non è solo cornice ma materia viva, capace di confrontarsi alla pari con preparazioni complesse, tecniche e narrative.
In abbinamento, una selezione delicata di etichette della Cantina Serafica, realtà emergente dell’Etna che ha saputo accompagnare con eleganza ogni piatto.
Il menù, studiato come una vera coreografia di sette portate, ha alternato consistenze, temperature e citazioni del territorio con grande equilibrio. Si parte con la “Estrazione di pane cunzato”, una zuppa fredda che evoca il pane condito siciliano, accompagnata da un soffice panino profumato al rosmarino, pensato da Gargano per esaltarne freschezza e acidità del piatto e sdoganare la “scarpetta”. In abbinamento Mirantur Spumante, il Brut rosè di Serafica, un metodo Charmat tradizionale dal bouquet ampio e lieve, dove le note al naso di fragoline, pompelmo rosa, e ribes incontrano equilibrio e sapidità al palato.
A seguire uno snack, piccolo ma intenso: un delizioso cubotto farcito con tonno fresco, marmellata di nespola, cipolla e salsa tonnata, ingredienti altamente evocativi del territorio di Trabia dove gli chef si sono conosciuti più di vent’anni fa, incastonati in un impasto croccantissimo e leggero.
Arriva subito dopo il piatto più emblematico della serata “Dominazione Fenicia”, un cappuccino di mare con ‘muccuna’, maionese di cozze e spuma di patata, servito accanto a una brioche salata color porpora cotta all’interno della conchiglia del murice spinoso, mitile da cui i Fenici estraevano l’antica tintura porpora, conosciuto dai pescatori siciliani come “muccuna”. In abbinamento è stato scelto l’Etna Bianco Doc Grotta della Neve, uve Carricante raccolte a 900 mt s.l.m. e vinificate con la tecnica della criomacerazione, qui a farla da padrone sono i profumi erbacei, ginestra in fiore e nepitella che si sposano con una buona acidità al palato.
Poi, spazio al “ricordo d’infanzia” la pizzetta siciliana d’autore con “Cucuzza e Tenerumi” preparata con burro francese e farina semi integrale da Gioacchino Gargano, servita insieme alla provocazione golosa di una granita di zucchina.
A seguire la frittatina di pasta battezzata “Uno spaghetto che voleva essere arancina”, servita su un ragù di pittinicchi di maiale a cura dello chef Ferreri. L’ultima portata è invece una pizza croccante con ragù di polpo, patata, basilico, spuma di provola e peperone crusco: una sintesi perfetta tra mediterraneità e tecnica. Un piatto complesso esaltato da Mirantur Rosso, Nerello Cappuccio in purezza, che cresce sulle vigne dell’Etna guardando il mare, al naso esprime frutti rossi al palato è succoso e secco con tannini freschi di grande equilibrio.
Il finale è affidato al dolce “Come una colazione”, dove il mondo della pizza incontra latte e caffè, servito con cubetti di pane croccante, per una versione evocativa e inaspettata del risveglio.
Quella da Saccharum non è stata solo una cena, ma un manifesto di amicizia, territorio e ricerca, dove impasti e piatti si sono fusi per raccontare una Sicilia contemporanea, viva, in fermento. Un’esperienza che ha reso tangibile come il fine dining, quando si sporca le mani con la farina, possa ancora sorprendere e parlare al cuore.
Saccharum, pizzeria premiata di Altavilla Milicia, si rinnova con un restyling elegante e un nuovo menù degustazione. Il locale, guidato da Gioacchino Gargano, mantiene la sua anima accogliente puntando su autenticità e ricerca. I nuovi spazi, progettati da Fatima Costa, raccontano la pizza attraverso materiali naturali come legno, calce e marmo, in un ambiente caldo e sartoriale. Ogni zona – dalla pizzeria al bar, dalla cantina alla bottega – è pensata per offrire esperienze diverse. Il menù “Viaggio negli impasti” propone un percorso tra pizze d’autore, lievitazioni, stagionalità e ricordi personali. Il design e la cucina si fondono per offrire un’esperienza sensoriale completa, senza perdere il legame con la semplicità.