Sembrava burbero ma non lo era. Dietro ai suoi occhialoni, c’era lo stile del barman d’altri tempi, serio, pretenzioso verso la sua arte della miscelazione, che aveva solo un unico pensiero dietro al bancone: fare bere bene il cliente e ne aveva a bizzeffe di clienti, tutti affezionati con il proprio cocktail preparato con dovizia di particolari da “quelle mani sante”. L’icona dei drinks dello Stretto Franco Toscano ha combattuto a lungo contro una malattia che lo ha fatto crollare quest’oggi definitivamente. Ma in realtà il barman granitico che ha insegnato il mestiere della Mixology a tanti bravi colleghi di Messina se n’era “già un po’ andato via” da quando il suo locale di grande carisma, lungo il viale San Martino di Messina, è stato chiuso per far fronte alla sua vicenda di salute. Lui è stato quell’elemento nel tessuto sociale che non si disperde con le mode, piuttosto acquista valore. Sua moglie alla cassa e ad aiutarlo l’amico di sempre – altro brillante bartender e vincitore di Campionati – Antonino Santoro.
Suo figlio avrebbe voluto raccontarci tanti aneddoti e magari lo farà ma non avrebbe mai preso l’eredità ingombrante del padre. Il saluto per lui è partito da tutte le generazioni anni Ottanta e Novanta che hanno frequentato il suo ritrovo come calamita per il beverage e luogo di aggregazione tra le sue botti. Il marciapiede di quell’indirizzo si riempiva e affollava ogni sera del fine settimana ma anche all’orario dell’aperitivo diurno e pomeridiano perché il must di Toscano era rendere felice il degustatore che lo sceglieva per poi fargli godere la restante parte della giornata, per esempio una cena sostanziosa. Non bisognava riempire la pancia ma stimare gli ingredienti di eccellente qualità delle sue creazioni e pensare che le uscite serali venivano scaldate dalla sosta al Ritrovo Lombardo.
Toscano ha progettato una varietà di Saigon, matematicamente perfetto, con il Coca Buton originale anni Sessanta, che non poteva essere replicato da nessun altro e per questo ricercato da tutti. Lo stesso dicasi per il Martini Cocktail shakerato con i Gin classici e la sua oliva che camminavano di pari passo come per 007. E’ stato ed è un personaggio molto amato perché ha saputo trattare con tutti i target e faceva divertire con poco. Dalle pagine dei canali Social, tempeste di messaggi lo rammentano nel Ritrovo Lombardo, in mezzo ai suoi brand che non ha mai abbandonato e alle sue bottiglie. Al maestro Franco non si può dire addio. C’è chi rispolvera la sua somiglianza con Pizzul e la sua ammirevole capacità di introdursi nella movida taorminese come primo storico professionista dei cocktails. Chi lo ringrazia per avergli messo in mano una carriera.