Lo sfratto dei Goym di Pitigliano è un prodotto tipico Presidio Slow Food. Ma di cosa si tratta effettivamente?
È il dolce rappresentativo di Pitigliano che racchiude in sé la storia di un’antica tradizione.
Il dolce è molto semplice e legato interamente alla tradizione ebraica. Si tratta di una delle più importanti testimonianze del passato ebraico del borgo toscano che, proprio per questo motivo, viene soprannominato “piccola Gerusalemme”.
Com’è fatto lo Sfratto dei Goym?
Si tratta di un dolce realizzato con pochissimi ingredienti molto semplici: farina, uova, zucchero, burro, varie spezie e un ripieno di mele, noci, noce moscata e scorza di agrumi.
Nasce in principio come dolce natalizio ma, oggi, è possibile reperirlo in qualsiasi pasticceria di Pitigliano tutto l’anno.
Le origini dello Sfratto dei Goym
Alla fine del XVI secolo, Pitigliano diventò la dimora e il rifugio di una grande comunità ebraica in fuga dallo Stato della Chiesa. Non tardò a nascere un vero e proprio quartiere ebraico nel paese che si integrò molto bene con il resto degli abitanti.
Ma per gli ebrei di Pitigliano le persecuzioni continuarono anche con Cosimo II de Medici che nel 1600 ordinò agli ebrei della contea di vivere esclusivamente all’interno del ghetto di Pitigliano.
Nasce proprio in memoria di questo evento lo Sfratto dei Goym che, nella forma, ricorda un bastone. Lo stesso che veniva usato dalle guardie di Cosimo de Medici per sfrattare gli ebrei dalle case esterne al ghetto ebraico.
Come si prepara?
La ricetta si divide tra il ripieno e la sfoglia.
Per il primo, è necessario far riscaldare il miele aggiungendo le noci tritate fino a far caramellare il tutto.
Una volta rimosso dal fuoco l’impasto, si potrà aggiungere la scorza d’arancia e la noce moscata grattugiate entrambe.
Il tutto va poi lasciato raffreddare e rapprendere.
Per la sfoglia, invece, va mescolata la farina e lo zucchero con un pizzico di sale.
Si aggiunge poi poco per volta olio e vino.
Si spiana con il mattarello ricavando strisce di circa 30 cm su cui andrà posizionato il ripieno rappreso.
Va poi arrotolata la pasta e cotta in forno per 20-25 minuti a 180 gradi.
Il dolce va servito freddo e tagliato a fette sottili. Ottimo se accompagnato dal vinsanto.